AmsterdamIl sostegno di Amsterdam ai migranti irregolari: un nuovo inizio sullo sfondo di sviluppi preoccupanti
Perché è un esempio da prendere a modello?
Dal 2012 Amsterdam ha adottato delle misure di supporto ai migranti irregolari sotto forma dei centri Bed, Bath, and Bread. Questa assistenza sociale di emergenza si fonda su una serie di considerazioni pragmatiche e umanitarie, ma rappresenta anche una risposta all’attivismo visibile dei migranti privi di documenti che vivono in città e sono parte del movimento We are Here. We Are Here è un’associazione di migranti privi di documenti fondata nel 2012 per dare visibilità e lottare per i diritti delle persone appartenenti a questa categoria che vivono nella città. L’associazione è sostenuta dal movimento degli squatter di Amsterdam, da ONG, da parrocchie locali e da attivisti.
Contatto
Regiegroep Undocumented Amsterdam
E-Mail: info@rgoa.nl
In cosa consiste?
Nel 2018, appena insediatasi, la coalizione di sinistra al governo della città ha annunciato il proprio piano per la creazione di centri, operativi 24 ore su 24, per ospitare 500 migranti privi di documenti nell’ambito del proprio programma quadro per questo gruppo specifico. I migranti posso rimanere nei rifugi per un massimo di 18 mesi; hanno così tempo a sufficienza per sviluppare una prospettiva sostenibile avvalendosi dei servizi di assistenza professionale. Questa prospettiva sostenibile potrebbe includere il conseguimento del permesso di residenza, la migrazione verso un altro paese o il ritorno al paese di origine. Durante la permanenza in questi centri i migranti irregolari non possono venire fermati.
Qual è il risultato?
Secondo le cifre, Amsterdam si è impegnata ad assistere un numero di migranti privi di documenti di gran lunga più elevato (500) di tutte le altre città olandesi. In parte questo spiega anche perché il comune ha posto un limite alla durata del soggiorno nei rifugi (18 mesi); l’idea infatti è quella di poter fornire gradualmente assistenza professionale a un maggior numero di persone prive di documenti. Questa decisione strategica non è stata immune da controversie: dei cinque comuni pilota, solo Amsterdam e Rotterdam (6 mesi) hanno stabilito una durata del soggiorno massima. Attivisti e ONG hanno osservato che, nel 2020, i tempi per l’assegnazione di un referente e l’attivazione dei servizi di assistenza personalizzata per i residenti dei centri nazionali per l’immigrazione (LVV) erano spesso piuttosto lunghi, in parte a causa della pandemia del Covid-19. Hanno quindi espresso dei dubbi su questo tetto massimo di 18 mesi.
Chi sono i fautori del progetto? Come è stato realizzato?
Dal 2018, i responsabili politici e legislativi del comune di Amsterdam hanno cercato di creare un ambiente politico più aperto a questo tipo di problematiche e rivendicazioni, incluse alcune recenti iniziative (Amsterdam City Rights, Here to Support). La città rimane però vincolata alle disposizioni restrittive che regolano l’attribuzione della cittadinanza. Il comune di Amsterdam è stato quindi oggetto di lodi e di critiche per la posizione che ha scelto di adottare nei confronti di un governo nazionale sempre più ostile e degli sforzi dei migranti privi di documenti per ottenere la cittadinanza. L’approccio adottato da Amsterdam nei confronti dei centri nazionali per l’immigrazione si contraddistingue per l’implicazione diretta di 60 rifugiati privi di documenti e di oltre 25 ONG e gruppi di attivisti, attraverso incontri di lavoro organizzati all’avvio del Programma per i migranti privi di documenti che risiedono in città. Il comune ha adottato un ruolo di facilitatore piuttosto che di coordinatore, e ha affidato la gestione dei centri LVV a una coalizione formata da ONG e gruppi di attivisti. Nel 2020 Here to Support, una delle organizzazioni della società civile che assiste i residenti privi di documenti ad Amsterdam, ha proposto la creazione di un Consiglio consultivo per le persone prive di documenti, al fine di promuovere ulteriormente la loro partecipazione diretta al progetto LVV.
Cosa c'è di nuovo nel 2023?
L'organizzazione "Here to Support" ha aperto la "Youth Living Room" nel 2020 per offrire un luogo di incontro ai giovani migranti eritrei senza documenti. Oltre allo spazio, la struttura offriva anche consulenza sociale e legale ai giovani. Questo metodo è stato chiamato "Youth to Support". Il progetto è ora esteso ad altri gruppi e si sta sviluppando il metodo "Casemanagement+" per offrire una consulenza più completa da parte dei responsabili dei casi. Dopo due anni di finanziamenti privati, il Comune di Amsterdam ha riconosciuto il metodo e lo ha inserito nel programma LVV.
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